religione

Santa Chiara e la televisione 

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 11-08-2021

Perchè Santa Chiara è la patrona della televisione 

Viviamo un mondo in cui le informazioni viaggiano velocemente. Viviamo l’epoca della Comunicazione. I dati, le news, le immagini si accavallano velocemente. Abbiamo imparato - soprattutto con il lock down del marzo scorso - a comprendere, ancor di più, quanto sia importante il ruolo dell’Informazione e, soprattutto, delle immagini. Le abbiamo viste e le vediamo scorrere grazie a quello che - per tutti - è definito, da sempre, tubo catodico: la televisione. La voce delle notizie passa attraverso i telegiornali: titoli in sovraimpressione che scandiscono le nostre giornate.

Molte persone, magari, proprio mentre guardano il teleschermo difficilmente hanno in mente che Santa Chiara possa essere la patrona della televisione. Ma perché? Da quale episodio della vita di Santa Chiara deriva questo “patronato”? Facciamo un salto nel tempo. Arriviamo alla notte di Natale del 1252. Siamo ad Assisi. La comunità delle clarisse del convento fondato da Chiara d’Assisi si riunisce nella cappella per la celebrazione, ma la loro fondatrice non può parteciparvi. È ormai malata, Chiara. Così la santa rimane nella sua cella, distesa a letto. Chiara è triste per non poter stare vicino alla sua comunità in quel giorno, e così si mette a pregare il Bambino Gesù: vuole condividere con lui il suo dolore per l’assenza a tale importante celebrazione. Proprio in questo momento, avviene - allora - qualcosa di straordinario: quando le altre religiose tornano dalla loro fondatrice, Chiara racconta loro - in maniera dettagliata - tutto ciò che è successo durante la Santa Veglia nella cappella. Com’è possibile? Di fronte allo stupore delle religiose, Santa Chiara spiegò che Dio le aveva concesso la grazia di vedere proiettate sulle pareti della sua cella le scene della cerimonia. Era la prima trasmissione televisiva di una messa. Certo, un po’ particolare, non è possibile negarlo.

Questo racconto ci viene fornito dalla “Legenda Sanctae Clarae Virginis” di Tommaso da Celano, e dalle testimonianze delle suore al processo di canonizzazione del novembre del 1253. Chiara d’Assisi era morta pochi mesi prima, l’11 agosto. Suor Filippa di Sassorosso, una delle prime compagne, depose questa testimonianza: “Narrava anchora la predicta madonna Chiara come ne la nocte de la Natività del Signore proximamente passata, non potendo epsa per la grave infirmità levarse dal lecto per intrare nella cappella, le sore andarono tucte al Matutino al modo usato, lassando lei sola. Allora, epsa madonna suspirando disse: ‘O Signore Dio, eccho che so’ lassata sola ad te in questo loco’. Allora subitamente incominciò ad udire li organi et responsorii et tucto lo offitio delli Frati della chiesa de sancto Francesco, come si fusse stata lì presente”.

Fu proprio questo straordinario episodio a spingere il pontefice Pio XII - nel 1954 - a dichiarare “patrona della televisione” la santa di Assisi. Nella sua Breve “Clarius explendescit” (1958), il documento che rese Chiara “patrona della televisione”, si legge: “La Chiesa, per nulla contraria al progredire della cultura e della tecnica, non solo è favorevole a tali nuovi sussidi della scienza o della vita quotidiana, purché siano indirizzati al bene, ma anche si serve di essi volentieri per insegnare la verità ed estendere i confini della religione”. E l’inizio di una nuova epoca per la Chiesa, sempre più attenta alla comunicazione, “Presieda, quindi, a questa arte Chiara, fulgente per la sua integrità e sorgente di luce in così fitte tenebre, affinché attraverso questo mezzo così traslucido si manifestino anche la verità e la virtù, su cui è necessario si fondi l'ordine civile. [...] Perciò costituiamo e dichiariamo Santa Chiara celeste Patrona presso Dio, della televisione”.

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